Il miracolo dei Santi Medici a Margherita Punzi in Soleti - Fatti prodigiosi - Iconografia e Venerazione dei santi Cosma e Damiano

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ICONOGRAFIA E VENERAZIONE DEI SANTI MEDICI COSMA E DAMIANO
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Il miracolo dei Santi Medici a Margherita Punzi in Soleti

di Quirico Punzi [300]

a casalinga Margherita Punzi (1895-1975), conosciuta come Ritòzzǝ a fèfǝ arrappètǝ, appartenente al ramo di Giambattista Punzi, padre del sacerdote don Giovanni Punzi, residente in corso Umberto I (Borgo), aveva sposato il calzolaio Pietro Soleti (1891- 1973), conosciuto come Piètǝ Teté. La famiglia aveva la propria abitazione nell’ultima casa, sul lato sinistro di via Dante, occlusa da un muricciolo a secco, che la separava dai campi seminativi. Era una famiglia povera che con lo stentato lavoro del capofamiglia doveva provvedere alla sussistenza di otto persone; infatti, oltre i genitori, erano nati sei figli nel seguente ordine: Antonio (Ninuccio,1923), Francesco (Ciccio,1925), Antonia (Ninetta, 1927), Nicola (Colìnǝ, 1931), Quirico (Ricùccǝ, 1934) e Grazia (Graziella, 1938). Fu proprio la nascita di quest’ultima bambina, avvenuta il 23 marzo 1938, a creare qualche problema in famiglia. Margherita aveva 43 anni e accusava dolori al basso ventre. Il medico di famiglia, dr. Francesco Semeraro, detto per il suo paese d’origine don Cìccǝ u Musciagnèsǝ, diagnosticò un’infezione all’utero e le assegnò la cura, che non ebbe alcun effetto. La febbre era sempre alta. Dopo alcune settimane fu notato un rigonfio duro nella pancia e fu detto che, con tutta probabilità, si trattava di un fibroma. Allora non c’erano analisi o possibilità di radiografia o, se c’erano, mancavano i mezzi economici per utilizzarli.
Margherita, che era ben voluta da tutti ed era devotissima dei santi Cosma e Damiano, si fece prestare le statuette dei Santi Medici e davanti mise un vassoio nel quale i visitatori deponevano l’offerta per celebrare la cosiddetta “messa pezzente”, cioè l’Eucarestia che dall’umiliazione dell’elemosina sperava la grazia. Si pregava, si recitava il Rosario, ma la febbre continuava.

L’ammalata non voleva sentir parlare di un necessario intervento. La figlia Antonia di 11 anni accudiva la madre e la sorellina, provvedeva alle necessità familiari, aiutata qualche volta dalle vicine. I quattro maschi in una stanza, Ninetta e la neonata in un ingresso pluriuso e in una stanzetta l’ammalata con il marito Pietro, sempre vicino nel suo tempo libero. Una notte di fine maggio, si era ormai nel terzo mese, verso la mezzanotte, le testate del letto iniziarono a muoversi e, istintivamente, Pietro abbraccia la moglie, che è ferma e non ha alcun sussulto. Solo il lucignolo della lampada a olio, davanti ai Santi Medici, crepita forte. Non vuole svegliare i figli che dormono, prega, abbracciato alla moglie. Il sussulto delle testate del letto dura una mezz’ora, forse di piú, poi, anche Pietro si addormenta.

Il mattino dopo, Pietro si sveglia per primo e nell’aggiustare le coperte della moglie si accorge che ci sono alcuni panni con vistose macchie di sangue e li mette da parte perché teme che si tratti di sangue uscito dalla bocca per qualche brutta malattia che possa infettare i figli. Poco dopo si sveglia anche la moglie per andare al bagno e si accorge che anche dall’altra parte del letto vi erano altri panni bagnati di sangue. Pietro li prende tutti, ne fa un fagotto e lo nasconde in uno dei buchi del muricciolo che blocca la strada. La moglie racconta: Ho sognato san Cosimo e Damiano che venivano verso di me allora mi sono rivolta verso loro dicendo: “Ho sei figli tutti piccoli. Come faranno senza di me? Aiutatemi!”. San Cosimo dice: “Lo faremo, questa sera ti opereremo”. Non ricordo altro. Chiamati da Pietro, arrivarono il dottore e la levatrice. Il dott. Semeraro visitò Margherita; non aveva piú febbre, non aveva piú alcun gonfiore alla pancia, né disturbi all’utero.

Margherita raccontò il sogno della notte e Pietro confermò il lungo tempo in cui le testate del letto sobbalzavano, al che il dottore aggiunse: “Io posso dire che stavi malissimo e abbiamo fatto quanto era possibile. La scienza ha i suoi limiti e penso che quanto è accaduto abbia del miracoloso”. Il dottore volle vedere i fazzoletti insanguinati, ma non furono trovati, in una bacinella furono rinvenute superficiali macchie di sangue. L’accaduto sconvolse il paese e alla messa di ringraziamento del 2 giugno, celebrata nella Chiesa
Matrice per la festa del Sacro Cuore di Gesù, era presente una folla immensa. Quando Margherita si rimise del tutto volle andare a ringraziare i Santi Medici ad Alberobello per averla salvata.
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