Il miracolo dei Santi Medici a Donato u talègrǝ - Fatti prodigiosi - Iconografia e Venerazione dei santi Cosma e Damiano

Patroni di Alberobello
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titolo del sito del comitato feste patronali di Alberobello
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ICONOGRAFIA E VENERAZIONE DEI SANTI MEDICI COSMA E DAMIANO
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Il miracolo dei Santi Medici a Donato u talègrǝ

di Quirico Punzi [302]

onato Zizzi, conosciuto come Dunètǝ u talègrǝ, era nato a Cisternino il 1° gennaio 1936 da Vito e da Maria Lucia Puppi, residenti in contrada San Salvatore,11. Erano sette figli e tutti aiutavano i genitori ad allevare animali, soprattutto cavalli e puledri, e vendendo legna da ardere. Si era nel 1946 e Donato con una sua sorella era venuto a Cisternino a prelevare con la tessera annonaria la farina e la polvere di mais. A metà strada, tra San Salvatore e Cisternino, uno dei due sacchi si ruppe e donato disse alla sorella: “Tu rimani qui a vigilare i due sacchi e io vado a casa a prendere un puledro su cui mettere quanto abbiamo comprato”.

Senza dire nulla al padre, prese un carretto, mise al tiro un giovane puledro e ritornò sul posto. Caricati i due sacchi, il ragazzo si apprestava a salire, quando il puledro che evidentemente non era addestrato, s’imbizzarrì, facendo cadere Donato. Le ruote del carro passarono piú volte sul torace del ragazzo e le urla della sorella fecero accorrere gente che non sapeva cosa fare. Alla fine, l’infortunato fu portato a casa e adagiato sul letto; il padre chiamò vari dottori, ma tutti dissero che non vi era piú niente da fare. Era diventato gonfio come un otre e la pelle si disfaceva e cadeva a pezzi.

Il padre invocò san Cosimo e disse che avrebbe
eretto una cappella se si fosse salvato. Rantolò tutta la notte e all’alba smise e dormì tutto il giorno. Il mattino seguente disse che in sogno aveva visto venire i santi Cosmo e Damiano che l’operarono e poi passarono un unguento sulla pelle. Certo è che, da quel momento, stette meglio e dopo una settimana si era rimesso del tutto. Il padre girò per le campagne e le masserie della fascia costiera, raccogliendo elemosine e derrate che gli permisero di erigere non una cappella, ma una chiesetta dedicata ai Santi Medici, proprio sul posto dove si era verificato il terribile incidente che aveva quasi ucciso suo figlio.



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